mercoledì 17 dicembre 2014

Radio Patela Magazine - Zio Propano ha letto e consiglia....

... FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO

Maurizio Blini    ed. Ciesse   2014

Maurizio Blini
FOTOGRAMMI
DI UN MASSACRO
ediz. Ciesse 2014

Non fatevi ingannare dalla copertina e neppure dal titolo, signore e signori: con FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO di Maurizio Blini edito da Ciesse, siete di fronte a un’ottima opera di letteratura italiana che va oltre i confini del genere narrativo poliziesco, corroborato e innervato com’è di umanità e di profondità d’indagine psicologica  prima ancora che criminologica.
Il delitto, o meglio, i delitti di cui si parla sono pretesti per indagare i meccanismi e i moti dell’animo umano ma anche per mettere a nudo le contraddizioni e i mali della moderna società italiana, a partire dalle istituzioni preposte alla sua sicurezza.
Blini, però, riesce ad andare oltre l’apparenza, la divisa, la gerarchia, la burocrazia e la tecnologia perché ci presenta una storia di esseri umani alle prese coi ricordi e i dispiaceri e i tiri mancini del destino.

“Ma i ricordi non chiedono il permesso, arrivano quando meno te l’aspetti. Come i dispiaceri e i malanni.E’ bello ricordare. E’ fantastico poter tornare a rivivere determinati momenti della tua vita, belli, brutti, ordinari, antichi, recenti. Perché fanno parte di noi, del nostro essere, un po’ come i segni del tempo che scalfiscono un albero. Lui cresce racchiudendoli gelosamente dentro di sé, orgoglioso e tenace. Perciò quei segni rappresentano la sua esperienza, la sua storia.” ( capitolo 40, pagina 138 )

Noi esseri umani non siamo alberi, siamo segnati da altri veleni impalpabili ma presenti ed eternamente legati alla nostra natura. 
“La paura conduce al terrore, il terrore all’ira, l’ira all’odio, l’odio alla sofferenza, la sofferenza al dolore, il dolore alla morte. Ecco gli atroci fotogrammi di un massacro.La paura di non farcela, di sentirsi esclusi, emarginati, vinti. (…) E le altre non sono che conseguenze. Isteriche proiezioni del nostro male, bizzarre piroette di follia e dolore.” ( capitolo 61 pagina 216 )
La vicenda narrata nei FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO è un intreccio a doppia spirale tra gli esiti giudiziari dell’epilogo del precedente romanzo, R.I.P (RIPOSA IN PACE) del 2013, e il massacro di un gruppo di donne in un centro per trattamenti estetici a basso costo, gestito da cinesi, in una palazzina di una Torino distratta dalla fine dell’autunno e dall’imminenza delle festività natalizie.
Maurizio Vivaldi e Alessandro Meucci, pur travolti dai rispettivi destini e dagli eventi connessi che li separeranno solo fisicamente perché legati da salda e duratura amicizia, risolveranno ancora una volta l’enigma e si troveranno ad affrontare, non già il male e la cattiveria gratuita di chi fa di loro la propria filosofia di vita, ma il dolore e la rabbia che, condensandosi e amalgamandosi, sconvolgono e stravolgono l’animo fino a fargli perdere ogni sembianza umana generando distruzione e morte.  
Non vincono i buoni, non perdono i cattivi; tra le righe, si scorge una lucida e spietata critica alla moderna società italiana, consumista e priva di valori quali buonsenso e pazienza e professionale onestà, ipocrita e meschina tanto da costringere le persone di buona volontà a vivere alla giornata, senza prospettive o progetti a lungo termine come istintivamente fa Jago, il cane di Vivaldi, che accetta le attenzioni di Meucci ma attende imperterrito il ritorno del suo padrone.
Scritta in uno scorrevole italiano, senza contaminazioni regionali o retoriche e senza scurrili scabrosità, quest’opera di Maurizio Blini attira il lettore e lo trascina garbatamente con sé nel flusso narrativo giocato e reso dall’interno dei personaggi: i FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO scorrono davanti ai nostri occhi dopo essere stati elaborati dalla psiche e dal cuore di tutti gli attori che compaiono nella storia.
Così si spiega il grande ricorso al punto fermo, ai dialoghi asciutti e diretti con pochi fronzoli, alle frasi guizzanti e lampanti come solo i pensieri trascritti in fretta affinchè non svaniscano come i sogni o i ricordi, all’assenza di altri segni di interpunzione ad eccezione per la virgola dove è indispensabile a conferire enfasi e ritmo al discorso: uno stile che, da un lato, ammicca al Cesare Pavese de LA LUNA E I FALO’ o LA CASA IN COLLINA e, dall’altro, al James Joyce di ULYSSES con le veglie di Finnegan e Molly.
Dico e affermo, con assoluta sicurezza e grande piacere, che FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO edito da Ciesse è un’opera estremamente matura di Maurizio Blini, ottimamente inserita nel filone del nuovo giallo italiano come IO LA TROVERO’ di Romano De Marco, LA VARIABILE COSTANTE di Vincenzo Maimone, le opere di Elda Lanza, quelle di Enrico Pandiani e dei suoi Italiens, le storie di Gianni Simoni con protagonista Andrea Lucchesi e … mi scuseranno tutti coloro che non ho citato, ma le cui opere ho letto e apprezzato.
Per tutti valga il dato incontrovertibile del plauso di un lettore appassionato, unito a quello di coloro condividono l’appagamento e lo svago che regala ogni buona lettura: noi ammiriamo e sosteniamo l’opera eroica da loro intrapresa, inconsapevolmente forse, di rianimare e rivitalizzare il panorama letterario italiano ricco e affollato da buffoni e affabulatori catodici, cucinieri e negromanti, paccottiglia d’importazione tradotta e osannata a prescindere, per non dire di saggisti e sociologi del nulla sotto vuoto spinto e della fuffa imbellettata, tutti buoni solo per incrementare il fatturato dell'industria della carta da macero.

Claudio Montini  © 2014 

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